domenica 30 dicembre 2007

L'ansia da Capodanno

L'ansia da Capodanno è una brutta bestia. E infatti il Capodanno è una festa che non mi piace proprio. La gente si stressa per organizzare qualcosa da fare, che nel 99,9% dei casi risulterà decisamente inferiore alle aspettative, dopo aver pagato uno sproposito per avere un'orrida serata. Che felicità! E c'è chi inizia a stressarsi tipo a ottobre, per organizzare la sera di Capodanno!!
E tutto per iniziare bene il nuovo anno, come se da un minuto all'altro dovesse esserci chissà quale svolta nella propria vita.
No amici cari, la verità è che se sei triste e sfigato e depresso il 31 sera, il 1 mattina sarai sempre lo stesso triste sfigato e depresso.
E così mi ritrovo al 30 dicembre, con meno di 36 ore al nuovo anno, a non avere la più pallida idea di cosa fare domani sera.
L'ipotesi "rimango a casa e mi guardo Bridget Jones" mi alletta particolarmente. Ma rispondere "sono rimasta a casa a guardare Bridget Jones" quando mi chiederanno cosa ho fatto a Capodanno non mi pare carino...
Quindi, volente o nolente, mi ritrovo incastrata anch'io nell'ansia da Capodanno.
Se qualcuno passa di qui e mi vuole invitare ad una festa....eheheh!

martedì 25 dicembre 2007

Natale!



Buon Natale

a tutti i miei

"affezionati" lettori

(sempre i soliti 3)

domenica 23 dicembre 2007

E' un mondo difficile: vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto

E' proprio così, come dice la canzone... e, lasciando stare quanto sia vero per la mia vita - perchè mi sono ripromessa di non fare di questo blog un dramma psico-patologico - il futuro di questo blog è altamente incerto...

Ora che sono tornata a casa e non ho più notizie fresche da oltremanica da diffondere al mondo, con conseguente estinzione del filone "Life from London", non ho la più pallida idea della piega da dare a queste pagine.
Ci sto pensando su... Gradirei che tutti apprezzaste lo sforzo di mantenere vivo questo blog e di non farlo cadere nell'oblio del non-aggiornamento perenne!

Detto questo, domani è la vigilia di Natale (bella novità). Regali regali regali - alla faccia dei valori e dei buoni sentimenti, eheheh! O meglio, ohohoh - battutona, ridere prego.

Se fate i bravi domani vi posto gli auguri.

mercoledì 19 dicembre 2007

Il mio ultimo post Live from London

Cavolo se non passano in fretta tre settimane...
E' già ora di tornare a casa. Sono stata qui troppo poco tempo per sentirne la mancanza.
Questi ultimi giorni sono stati splendidi. Incontri inaspettati e shopping a go go. Mi mancherà un sacco questa città.
Stamattina sono qui che mi godo gli ultimi momenti a casetta. Devo ancora finire di preparare le valige, ma c'è tempo. Forse ho il tempo di fare anche un saltino in centro prima di andare in aeroporto.
Che presa a male.
Perchè dopo tre settimane non sei più un turista, ma in realtà non sei neanche uno che ha vissuto a Londra. E ti rimane solo tanta tanta tanta voglia di tornare.

venerdì 14 dicembre 2007

Altro che master... apro una copisteria a Russel Square!

Come definire questi ultimi giorni se non... STO SPENDENDO L'IRA DI DIO IN FOTOCOPIE!?!?!?

E non è bello! No no no...

Ho provato a cercare qualcosa di più economico, ma niente da fare. A meno di 5 p. non si trova. E così sto spendendo i miliardi...

E lì scatta l'idea! Apro una bella copisteria a Russel Square, faccio pagare 3 p. a copia e divento ricca!
Anzi, invece di aprire una copisteria, che costerebbe un cifra di affitto, apro un chioschetto per strada, accanto al tipo che fa gli hot dog con la cipolla...
Si si si....

Comunque, domani arriva Alessia, quindi, toda joya... sperando che il tempo ci assista!

giovedì 13 dicembre 2007

Let's the party started!

Ieri sera, dopo aver incontrato in biblioteca un mio amico italiano, sono stata stra-imbucata ad una festa per gli studenti dell'LL.M. della UCL....
(a proposito, ringrazio pubblicamente Giulia che mi ha praticamente obbligato a chiamarlo!)
Yeahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Da qualche parte ci sono anche prove fotografiche di tale partecipazione, ma forse e' meglio che di tale prove si perdano le tracce... ahahah!
In sostanza, adesso e' ufficiale che non voglio piu' tornare a casa. Io rimango a Londra, il mio biglietto di ritorno lo brucio. Addio.

martedì 11 dicembre 2007

Piccoli attimi di felicità

L'ho chiamata...




La mia prima, splendida, meravigliosa giornata di sole...

lunedì 10 dicembre 2007

London weather

Un altro weekend londinese è andato...
in realtà senza troppi entusiasmi, visto che sabato sono stata tutto il giorno in biblioteca, e domenica ero distrutta dal sonno.
Il clima impietoso di questi giorni mi porta a scrivere un post relativamente al tempo. Tra l'altro, post perfettamente in stile con le usanze locali, visto che è vero, da queste parti l'argomento "meteo" è sempre gettonatissimo.
Comunque, sarà che siamo in Inghilterra, sarà che è dicembre, ma da quando ho messo piede a Londra, non c'è stato un giorno che dico uno che non è piovuto. E questo influisce negativamente sui miei weekend.
In realtà, della pioggia di per sè non me ne importa più di tanto. E' il delirio che scatena che io trovo insopportabile. Credo che le persone impazziscano. I turisti soprattutto. Si impanicano con gli ombrelli, con gli zaini, con le buste della roba che hanno comprato....
Per questo adoro gli inglesi. A loro, della pioggia, del vento e del freddo, non glie ne può fregare di meno.
Fa meno venti gradi e la strada sembra un fiume in piena? E chissene frega, mettiamoci le infradito!
Sta venendo giù il diluvio universale? E chissene frega, quando arrivi a casa ti asciughi!
E nonostante tutto ciò possa sembrare folle all'osservatore poco attento, io lo trovo assolutamente fenomenale.
Come popolo "del sud", noi italiani siamo troppo influenzati dal tempo. Non dico che siamo tutti metereopatici (anche se forse un pò lo siamo), ma in generale quello che facciamo è spesso e volentieri influenzato da "che tempo che fa" (citando una delle poche trasmissioni televisive italiane che rimpiango di non poter vedere da qui).
In linea di massima, quando capita che sia brutto tempo, noi... ci fermiamo. E aspettiamo che torni il bello. Usciamo di meno, rimandiamo il rimandabile. E quando poi il tempo è brutto per un pò, allora siamo insofferenti, e cominciamo a lametarci del fatto che abbiamo bisogno del sole.
Gli inglesi no. Sono assolutamente al di sopra della questione meteo. Sembra che il tempo non li influenzi minimamente. Sarà che ci sono abituati. Ma io trovo questo atteggiamento assolutamente stupefacente.
Quindi, prossimo obiettivo per diventare una vera Londinese... imparare ad essere al di sopra del clima.
Per ora, i risultati sono scarsini - alla prima pioggia mi sono beccata la febbre - ma guardandola positivamente, significa che ho ampio margine di miglioramento.

sabato 8 dicembre 2007

Il mistero dei rubinetti si infittisce...

Eh si, perchè la storia che i lavandini dei bagni qui abbiano rigorosamente due rubinetti - uno per l'acqua fredda-gelata e uno per quella calda-ustionante - proprio non mi dà pace!
La realtà è che non puoi fare a meno di pensarci, perchè ogni mattina ti trovi di fronte all'altroce dilemma: mi gelo o mi ustiono?
Ma insomma, dico io, la tecnologia ha fatto passi da giganti, mandiamo le persone a fare le passeggiate nello spazio, abbiamo gli organi bionici e gli organismi geneticamente modificati, la bomba atomica e l'uranio impoverito... e questi non riescono a mettere un rubinetto unico su un lavandino?!?!??!?
No, perchè se ci pensate, ci sarà un perchè! C'è sempre un perchè!! Ci deve essere!!!!
Comunque, oggi ho avuto una rivelazione, ed è per questo che sto dedicando questo post ai rubinetti....
Ero tornata a casa da poco e stavo lì in cucina ascoltando la radio e lavando i piatti... quando ad un certo punto... SBEM! Una visione!
Il lavandino della cucina ha un solo rubinetto!!
Perchè il lavandino della cucina si, e il lavandino del bagno no??? Perchè???
Il mistero dei rubinetti si infittisce...

venerdì 7 dicembre 2007

Uè, figa, ma non lo sai che mi sono trasferito a Londra?

Se qualcuno pensa ancora che trascorrere un periodo della propria vita a Londra sia un’idea originale… sbaglia!
Ci sono più italiani a Londra che a Roma… bè, forse rispetto a Roma no, ma a Cerveteri credo di si!

Prima di tutto, una spiegazione doverosa sul titolo del post ai miei affezionatissimi lettori (che sarebbero quei 5 – 6 amici che ho costretto a leggere il blog, più Puntino, più qualcuno che forse c’è passato per sbaglio)…
Arrivata a Londra, il mio primo pensiero è stato quello di mimetizzarmi tra la popolazione locale… insomma, evitare che andando in giro fossi riconoscibile come turista infagottata tendenzialmente sfigata. Quindi, munita della mia splendida Oyster Card (l’equivalente Londinese della nostra ben più sfigata “Bip and Go”… insomma, la tesserina magnetica per la metro. Che fa molto London perché te la fanno solo per gli abbonamenti da una settimana in su… quindi i turisti sfigati hanno ancora il bigliettino di cartone, i non turisti superfighi hanno la card magnetica), del mio splendido mezzo litro di caffè bollente in bicchiere di cartone, e ovviamente il mio altrettanto splendido cappellino antipioggia così non ho bisogno dell’ombrello, passeggiavo allegramente per Piccadilly Circus, assolutamente fiera di me e della mia opera di mimetizzazione.
E me ne stavo lì, riflettendo su quanto fosse figo stare a Londra, e quanto sarà figo viverci se mi accetteranno per il master l’anno prossimo. E mentre pensavo a tutte queste cose, mi compiacevo della mia futura scelta di vita, e del fatto che infondo ce ne vuole a fare una cosa del genere, e che poi non è mica da tutti mollare casa e amici e stare un anno in un paese che non è il tuo…
Quando ad un tratto… incrocio un tizio veramente soggettissimo, uno di quelli che sembrano usciti da un programma di Maria De Filippi, che parlava al cellulare… e le uniche parole che mi sono arrivate, con un chiaro accento milanese o giù di lì, sono state proprio:
“Uè, figa, ma non lo sai che mi sono trasferito a Londra?”.

Nuuuuuuuuuuuuuuoooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E allora lì ho realizzato la triste realtà. Oggi come oggi, a Londra ci si trasferiscono tutti. Altro che sogni di gloria e autocompiacimento!
E infatti da quel momento ho iniziato a guardarmi intorno. E mi sono resa conto che 1 commesso su 2, in qualsiasi caffetteria/pub/negozio entri, è italiano. Per non parlare di quelli che incontri per strada!!! Sono troppi, sono ovunque!!!!!!!!

Io comunque non demordo, e continuo a cercare di mimetizzarmi fra la popolazione locale… e devo dire che ci riesco abbastanza bene, se non fosse che poi mi frego quando in caffetteria chiedo un “cappuccino”… lì l’accento spunta sempre fuori, non ci riesco proprio a dirlo come loro!!!

giovedì 6 dicembre 2007

La biblioteca dello IALS

Avevo preannunciato un post tutto dedicato alla biblioteca dello IALS. E devo dire che se lo merita tutto.
Come dire… La biblioteca dello IALS è semplicemente il paradiso dei giuristi.
Lo so che è un’affermazione un attimino maniacale, ma chiunque ci abbia lavorato non potrà che essere d’accordo con me.

Prima di tutto, l’ingresso. E’ al quarto piano, e poi si scende un volta entrati. Non chiedetemi perché, ma è così. Ipotizzo che sia perché invertire la destra con la sinistra ad ogni occasione non fosse sufficiente, e quindi era il caso di invertire anche l’alto con il basso.
Comunque, per entrare nella maggior parte delle biblioteche italiane, funziona che ogni volta devi far vedere la tessera… e gli devi lasciare il documento… e loro ti danno il tesserino col numero visitatore… e poi devi farti dare una chiave per l’armadietto, e ci devi lasciare dentro le cose, e portarti un giro sta chiave che non sai mai dove metterla…
Allo IALS no. Hai un tesserino fighissimo con il codice a barre e un tornello tipo quello della metro. Entri e non devi chiedere niente a nessuno, e le cose te le puoi tenere, alla faccia degli armadietti.
Una volta entrati, la biblioteca è talmente grande che c’è bisogno di una mappa per orientarti. Una vera e propria cartina, con le collocazioni dei libri. Una mappa per ogni piano.
Dire che è pieno di libri mi sembra quanto meno scontato. Però la cosa bella è che tranne alcuni vecchi o di uso comune che sono in stanze a parte, sono tutti lì. E li puoi prendere come vuoi, quando vuoi e soprattutto quanti ne vuoi.
La cosa bella delle postazioni, è che ci sono quelle nascoste. Sono dei tavoli sparsi qua e là alla fine degli scaffali, per cui se non vuoi rotture di scatole, ti metti lì solo soletto e nessuno ti dice niente. Sono tipo le scrivanie di casa, con i ripiani davanti per metterci le cose. Troppo carine! Dalle postazioni all’angolo di vede il parco di Russel Square, che è semplicemente una pace per gli occhi. Puoi guardare cosa fanno le persone giù in strada, ti distrai un attimo. E poi il fatto che tutte le postazioni siano lungo le vetrate fa si che ci sia un sacco di luce naturale, e che non ti venga il mal di testa da luce al neon come nelle biblioteche che frequento di solito.
Ah, e poi dimenticavo la cosa che mi piace di più… la moquette! Direte che non è una grande novità, visto che in Inghilterra la mettono ovunque. Il che è vero.
Ma ritengo opportuno soffermarsi sull’utilità della moquette applicata all’ambiente biblioteca.
Una svolta! Attutisce un sacco i rumori, quindi c’è sempre un silenzio surreale, non si sentono neanche le persone che camminano. Se stai lavorando, non c’è niente che ti possa disturbare.
And last but not least, sempre per definire inequivocabilmente la supremazia della biblioteca dello IALS... la caffetteria! Nelle nostre biblioteche non c’è neanche la macchinetta per il caffè, qui hanno un’intera caffetteria! Basta scendere nel seminterrato, e puoi mangiare, caffettare, cazzeggiare sui divanetti…
Insomma, un altro mondo!!! Love it!

martedì 4 dicembre 2007

54, Carville Crescent

Stamattina me ne sono rimasta a casa, al calduccio...

Mi sembra quindi oppurtuno dedicare un post alla mia casetta.


Sto vivendo in una casa Inglese. Ovvio, sto in Inghilterra. E invece no, ovvio un cavolo! Perché se non ci hai mai vissuto pensi che alcune immagini che hai testa siano solo stereotipi. E lo pensavo anche io, ma sbagliavo…
Prima di tutto, la casa è fatta con i mattoncini. Direi i classici red bricks, se non fosse che in realtà sono più marroni che rossi.
E poi, per entrare nel vialetto c’è il cancello di legno. Verde.


La porta è sul lato della casa. E’ bianca. E non c’è il campanello. O almeno, se c’è, io non l’ho ancora visto. Però c’è il batacchio dorato, e quello si vede. Visto che siamo sotto Natale, c’è anche la ghirlanda, che praticamente non fa vedere più nulla dallo spioncino. Ma soprattutto c’è la buca per le lettere, così quando ti arriva la posta te la ritrovi direttamente sotto i piedi. Cosa che io ancora non ho imparato, col risultato che ogni volta che torno a casa lascio l’impronta di una scarpa o due su qualche busta.
Quando entri, c’è odore di casa Inglese. Non so voi, ma l’odore di casa Inglese io me lo immaginavo così. E’ odore di legno, di moquette.... Con un vago sentore di cibo precotto se ti avvicini alla cucina.
La cucina, nemmeno a dirlo, è Inglese anche lei. C’è l’asciugatrice, che da sola basterebbe per identificarla. Ma c’è anche il bricco elettrico per l’acqua calda, la macchina per il caffè-brodaglia, la fila delle scatole di cereali. E ovviamente, la finestra davanti al lavandino, con la tendina solo dalla metà in giù, così puoi guardar fuori senza far vedere i piatti sporchi.
Accanto alla cucina, il salottino, con il camino. Io non lo accenderei visto che a terra c’è la moquette. Ma io non sono Inglese. C’è anche il pianoforte, che dubito qualcuno sappia suonare. Ma fa arredamento, credo.
Ancora più in là, il bagno. Parlare del bagno come la rappresentazione massima dello stereotipo Inglese sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Io però ancora non ho capito dove vedono la difficoltà nel fare un lavandino con un unico rubinetto. Né perché non trovano uno spazietto per mettere un bidet. Ma tant’è.
Anche salire le scale è molto Inglese. Sono di legno, e scricchiolano. E poi hanno dei gradini strettissimi. Ti viene da pensare: ma che cavolo di piedi hanno ‘sti Inglesi?
Il pavimento del piano superiore credo che sia di legno come la scala. Dico credo perché ovviamente sono ricoperti entrambi con l’immancabile moquette. Fatto sta, che scricchiolano entrambi. Sarà, ma io la trovo una cosa carina.
La mia camera è la più grande delle tre. E si affaccia sul back yard. Che è diviso da quello del vicino con lo steccato di legno. A completare il quadro, c’è una panchina di legno, se mai dovesse spuntare un raggio di sole, e ogni tanto si vede qualche gatto che ciondola la coda dal muretto. Più Inglese di così si muore.

lunedì 3 dicembre 2007

Il mio primo week end in London

Devo dire che e’ andato bene. Nonostante non avessi progettato nulla, e quindi sia stato un weekend un po’ improvvisato, devo dire che non mi poso lamentare.

Sabato sono stata quasi tutto il giorno in biblioteca, ma non mi lamento, perche’ il capitolo due ha iniziato a prendere forma.
E poi ho avuto il tempo di fare un po’ di giretti, anche se nel caos allucinante.
Certo, mi rendo conto che pretendere che non ci fosse nessuno a Covent Garden, di sabato pomeriggio, e per di piu’ sotto Natale, forse sarebbe stato un po’ troppo. Comunque era molto carino, un sacco di lucine e cose nataliziose... ho provato a fare un po’ di foto, ma c’era troppa poca luce, e alla fine sono venute tutte male. Ma avro’ il tempo di riprovarci.
Ho fatto anche un saltino a Piccadilly Circus... anche li’ si riusciva a mala pena a camminare, ma in compenso ho mangiato una mega muffin al doppio ciocolato di quelli cosi’ cioccolatosi che si appiccicano ovunque... ne valeva la pena.

Domenica mattina, dato il tempo inclemente, sono andata a rinchiudermi alla Tate Britain. Mooooolto molto bellina. Peccato che avessi lasciato l’ombrello a casa e che quinid ci sia arrivata completamente zuppa. Forse e’ anche per quello che non mi sono piu’ mossa di li’! Praticamente ho fatto tutto il giro del museo due volte... all’inizio di sono aggregata alla visita guidata - tanto era gratis. E poi ho rifatto di nuovo tutto il giro da sola. Tra giretti di varia natura sono rimasta quasi fino alle 4 del pomeriggio.
Nota di carattere culturale. Ho “scoperto” una “nuova” corrente artistica di cui ignoravo l’esistenza. I pre-raffaeliti. Tra l’altro, caso vuole che ieri stessi leggendo un capitolo del libro di Augias – I segreti di Londra – che parlava proprio di loro... interessante...
Per il resto, ho fatto un giretto su Oxford street a vedere un po’ di negozi, ma niente di che...

Il prossimo finesettimana non so, spero di avere il tempo di programmarlo un po’ meglio. Se cosi’ non fosse, mi inventero’ qualcosa all’iltimo minuto. Infondo quello appena passato non e’ andato poi cosi’ male, no?

sabato 1 dicembre 2007

Sabato mattina a Russel Square

C'e' il sole, l'aria e' fresca ma non fa freddo, la poltroncina di un caffe' mi coccola un po' prima di entrare in biblioteca...

Che si puo volere di piu'?