martedì 4 dicembre 2007

54, Carville Crescent

Stamattina me ne sono rimasta a casa, al calduccio...

Mi sembra quindi oppurtuno dedicare un post alla mia casetta.


Sto vivendo in una casa Inglese. Ovvio, sto in Inghilterra. E invece no, ovvio un cavolo! Perché se non ci hai mai vissuto pensi che alcune immagini che hai testa siano solo stereotipi. E lo pensavo anche io, ma sbagliavo…
Prima di tutto, la casa è fatta con i mattoncini. Direi i classici red bricks, se non fosse che in realtà sono più marroni che rossi.
E poi, per entrare nel vialetto c’è il cancello di legno. Verde.


La porta è sul lato della casa. E’ bianca. E non c’è il campanello. O almeno, se c’è, io non l’ho ancora visto. Però c’è il batacchio dorato, e quello si vede. Visto che siamo sotto Natale, c’è anche la ghirlanda, che praticamente non fa vedere più nulla dallo spioncino. Ma soprattutto c’è la buca per le lettere, così quando ti arriva la posta te la ritrovi direttamente sotto i piedi. Cosa che io ancora non ho imparato, col risultato che ogni volta che torno a casa lascio l’impronta di una scarpa o due su qualche busta.
Quando entri, c’è odore di casa Inglese. Non so voi, ma l’odore di casa Inglese io me lo immaginavo così. E’ odore di legno, di moquette.... Con un vago sentore di cibo precotto se ti avvicini alla cucina.
La cucina, nemmeno a dirlo, è Inglese anche lei. C’è l’asciugatrice, che da sola basterebbe per identificarla. Ma c’è anche il bricco elettrico per l’acqua calda, la macchina per il caffè-brodaglia, la fila delle scatole di cereali. E ovviamente, la finestra davanti al lavandino, con la tendina solo dalla metà in giù, così puoi guardar fuori senza far vedere i piatti sporchi.
Accanto alla cucina, il salottino, con il camino. Io non lo accenderei visto che a terra c’è la moquette. Ma io non sono Inglese. C’è anche il pianoforte, che dubito qualcuno sappia suonare. Ma fa arredamento, credo.
Ancora più in là, il bagno. Parlare del bagno come la rappresentazione massima dello stereotipo Inglese sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Io però ancora non ho capito dove vedono la difficoltà nel fare un lavandino con un unico rubinetto. Né perché non trovano uno spazietto per mettere un bidet. Ma tant’è.
Anche salire le scale è molto Inglese. Sono di legno, e scricchiolano. E poi hanno dei gradini strettissimi. Ti viene da pensare: ma che cavolo di piedi hanno ‘sti Inglesi?
Il pavimento del piano superiore credo che sia di legno come la scala. Dico credo perché ovviamente sono ricoperti entrambi con l’immancabile moquette. Fatto sta, che scricchiolano entrambi. Sarà, ma io la trovo una cosa carina.
La mia camera è la più grande delle tre. E si affaccia sul back yard. Che è diviso da quello del vicino con lo steccato di legno. A completare il quadro, c’è una panchina di legno, se mai dovesse spuntare un raggio di sole, e ogni tanto si vede qualche gatto che ciondola la coda dal muretto. Più Inglese di così si muore.

14 commenti:

TopGun ha detto...

Vogliamo vedè il cancellettoooo. :D

ma che sei andata a Londra per startene in casa?
brava pigrona!

Nené ha detto...

No, sono andata a Londra per prendermi la febbre!
Meglio stare al calduccio...

TopGun ha detto...

Oddio ti sei già presa la febbre?
ma è un record!


Sei un disastr Bridget Jones :p
riguardati!
1 bacio

Anonimo ha detto...

KARINOOOOOOOOOOOOOOO!
BELLO IL CAZZETTINO SULLA PORTA!

Anonimo ha detto...

Bella casa, Agnese, ma mi chiedevo: quanto ci metti per andare da lì a Strand o allo IALS? un'ora? due?

Nené ha detto...

Bè, se volessi farlo adesso ci metterei almeno 5 ore visto che sono tornata in Italia! Eheheh...
Comunque, scherzi a parte, non ci voleva poi molto. In metro era circa mezz'ora, perchè la fermata più vicina si trovava sulla Piccadilly line, che ferma anche a Russel Square

Anonimo ha detto...

5 ore? Tra arrivo all'aeroporto, check-in, volo, stansted express, ricarica dell'oyster direi anche qualcosa in più.

Beh effettivamente la vicinanza alla linea blu è un fattore fondamentale...se solo i corsi li tenessero tutti all'IALS e non allo Strand campus o (per i più fortunati) al Queen Mary!

Ovviamente do per scontato che sceglierai il King's...

Nené ha detto...

Ancora non è detto...
in realtà al momento ho ricevuto un'offerta anche dalla LSE, e, fees a parte, sto valutando.
Ho fatto domanda anche a Oxford e Cambridge, anche se,a prescindere dal fatto che prendono talmente pochi studenti ogni anno che non ci penso neache più di tanto, non offrono molti corsi in Int. bus. law, quindi non so....
Vedremo....

Anonimo ha detto...

Ricordo come se fosse ieri una lecture per aspiranti avvocati organizzata dalle law firms in cui si parlava proprio di questo. Più o meno si diceva quanto segue:

"quelli dell'LSE, sì è gente perbene, persone di cultura, che scelgono come quarto subject qualcosa di extracurricolare tipo storia della musica, filosofia teoretica, paleontologia...quelli del King's invece sono di un'altra pasta, li vedi lì, con gli occhi iniettati di sangue sulla metro per Chancery lane con il libro di competition sulle gambe, motivati, dritti sull'obiettivo, poche chiacchiere, molti past exam papers. Vi dico solo che a quelli del KCL non facciamo, di solito, la domanda che rivolgiamo a quelli dell'LSE: 'ma lei è davvero sicuro di voler diventare un avvocato'?

Nené ha detto...

Si, questo in teoria.
Poi torni in Italia e ti chiedono "KCL? Dov'è? Ma è una una buona università?"
In un paese di ignorantoni il nome a volte conta più del 4° subject scelto

Anonimo ha detto...

Interessante sarebbe sapere di chi parli per l'esattezza. Quanto a reputazione, l'LSE è un po' come la Bocconi in Italia. Per quanto riguarda economia, nulla quaestio, ma per giurisprudenza...

Ad ogni modo, se è l'opinione dell'hoi polloi che ti interessa, eccoti servita:

http://www.topuniversities.com/worlduniversityrankings/results/2007/overall_rankings/top_100_universities/

Considera che all'LSE insegnava competition law Giorgio Monti. Chi? Mario Monti? No, un certo Giorgio. Mai sentito? Beh. Al KCL invece c'è un certo Richard Whish...

Nené ha detto...

Ma ti danno una percentuale se mi iscrivo al KCL?

Vedrò quando avrò tutte le risposte...

Anonimo ha detto...

Come hai fatto a capirlo? In realtà mi regalano l'Oyster per un anno...

...a dire il vero un interesse personale c'è. Questo blog mi ricorda moltissimo la mia esperienza londinese, i suoi colori, le sue emozioni, le sue incertezze. Si è venuto a creare una sorta di transfert e ho pensato così che un suggerimento potesse essere gradito. Mi sbagliavo?

Nené ha detto...

Se regalano l'Oyster per un anno anche a me, affare fatto :)

Comunque ogni consiglio è il ben venuto... ripeto, vedremo più avanti, a pezzo di carta guadagnato